Maker Faire in Rome – primo giorno

Dopo un lungo silenzio riprendo a scrivere questo piccolo blog.

Il motivo di questo lungo silenzio è stata proprio la Maker Faire di Roma.

Mentre l’anno scorso ero presente soltanto in spirito pur avendo partecipato ad un progetto (elettronico, naturalmente) che è stato esposto, quest’anno ho partecipato con un gruppo più piccolo, con un progetto che non potrei proprio definire più piccolo se non altro per la sua complessità.

Il progetto è lo stesso che è stato portato alla Radiant di Milano e alla Mini Maker Faire di Trieste.

Il progetto si è trovato più o meno nello stesso stato in cui si trovava alla Mini Maker Faire di Trieste (quindi un poco meglio rispetto alla Radiant di Milano): un prototipo semi-funzionante che smette di funzionare proprio negli ultimi preparativi la sera prima della fiera (o, nel caso della Maker Faire, la sera del giorno primo della partenza per la fiera).

Mentre per la Mini-Maker Faire di Trieste il problema è stato di natura hardware (abbiamo fatto saltare il pcb… colpa chiaramente mia, visto che ho sbagliato il dimensionamento delle piste), questa volta il problema è software (almeno sembra), visto che improvvisamente il prototipo si è rifiutato di comunicare con la board che usiamo per lo sviluppo.

Comunque, il progetto cresce bene, avvicinandosi asintoticamente ad uno stato di completezza pur senza raggiungerlo visto che ci sono sempre nuove idee per espansioni e funzionalità e, cosa non del tutto saggia, anziché terminare definitivamente una versione uno l’impegno si spinge a testare nuove soluzioni per funzionalità sempre più avanzate (e per un hardware sempre più complesso e miniaturizzato).

Tralasciando questo progetto e passando alla Maker Faire, in realtà sono partito per Roma già da ieri e il viaggio meriterebbe un post a parte (e non è detto che non lo scriva, ammesso che trovi il tempo) ma a parte qualche disguido, chiaramente colpa del navigatore satellitare e non chiaramente dell’innocente guidatore che avrebbe comunque dovuto prepararsi meglio riguardo alla strada da seguire, il viaggio è stato privo di avvenimenti di rilievo.

L’alloggio a Roma ha un grande pregio, l’economicità, che non è mai da sottovalutare, ma chiaramente non sono qui per parlare dell’alloggio.

Sono qui per parlare della Maker Faire.

Per prima cosa, voglio dire che ieri pioveva e che voci non confermate (non ho letto i giornali né ascoltato radio o televisione) dicevano che una parte di Roma era allagata.

Oggi si prevedeva pioggia tendente al diluvio universale.

Previsioni che chiaramente sono state completamente smentite dal tempo: sereno al mattino, qualche debole pioggia al pomeriggio.

Oggi era il giorno di allestimento degli stand, giorno che avremmo voluto sfruttare oltre che per chiaramente allestire lo stand anche per dare un’occhiata al nostro prototipo e possibilmente restituirlo al suo stadio di semi-funzionamento.

Potrei scrivere che è andato tutto bene.

Potrei scriverlo ma mentirei.

Il nostro stand non era ancora pronto, nonostante oggi tutto avrebbe dovuto essere pronto affinché gli espositori potesse allestire i loro spazi.

Non solo il nostro stand, ma nemmeno gli altri nella tensostruttura che ci ospita. Lo stesso vale per le altre tensostrutture che ho avuto occasione di osservare.

Noi siamo arrivati dopo l’orario di apertura, abbiamo potuto scaricare il nostro materiale… per poi attendere sotto un cielo che sembrava minacciare pioggia che venissero perlomeno montati i tavoli.

Gentile concessione, abbiamo potuto mettere al ripario il materiale su un tavolo (non quello a noi destinato, naturalmente) in vista di una pioggia che non si è materializzata.

Con molta calma nel corso della mattinata sono apparsi, nell’ordine, i tavoli, poi i pannelli dei vari divisori, poi il completamento parziale della tensostruttura (che ad onor del vero era praticamente completa, mancava ben poco), poi l’illuminazione per gli stand e gli allacciamenti elettrici. E non indichiamo i pannelli che finalmente indicavano senza possibilità di equivoci quale fosse la denominazione della tensostruttura a noi assegnata.

Diciamo che a pomeriggio inoltrato i lavori erano a buon punto ma abbiamo dovuto aspettare che terminassero gli allacciamenti elettrici dal nostro lato prima di liberare il nostro tavolo per il suo legittimo espositore che nel frattempo era arrivata.

Dopo qualche problema l’illuminazione era a posto… tranne che per uno standista, i cui divisori non erano ancora montati. Divisori su cui sarebbero stati montati dei faretti che a loro volta avrebbero portato la possibilità di avere prese di corrente.

Alla fine, sono arrivati gli striscioni della Maker Faire.

Alla fine della serata, quando ormai era ora di andarsene, noi non eravamo riusciti ad allestire lo stand, men che meno a verificare che cosa non funzionasse con il nostro prototipo.

Inoltre, fino quasi alla fine, tre pannelli dell’ultimo stand erano assenti. Assieme alla sua illuminazione e prese elettriche.

I banner della Maker Faire che avrebbero dovuto essere appesi lungo la parte alta della tensostruttura, non pervenuti.

A questi piccoli problemi organizzativi va aggiunto il piccolo problema dell’assenza di un posteggio per gli espositori o la possibilità di lasciare temporaneamente l’auto durante l’allestimento dello stand.

La parola d’ordine che ci è pervenuta è stata: scaricare e andare.

Fortunatamente c’è un posteggio a pagamento vicino, che fatti due conti per noi sarà più comodo ed economico che utilizzare i mezzi pubblici, soprattutto visto che avremo ancora da portare del materiale.

Per questa prima giornata di Maker Faire è tutto, per domani si prevede una mattinata di messa a punto durante l’apertura per le scuole e un pomeriggio pesante con l’apertura al pubblico generale.

TL;DR l’organizzazione ha lasciato a desiderare.

A.C.

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