Software Is Hard

Che scrivere software sia difficile lo hanno detto in molti e sono convinto che abbiano perfettamente ragione. In inglese poi la contrapposizione tra soft e hard poi è molto interessante.

Il software è effimero, nient’altro che bit. Non si tocca, si vede soltanto nei suoi risultati, solo quando viene eseguito, oppure come codice che ancora non è software ma che è il passo precedente senza di cui il programma non riesce ad esistere… o perlomeno ad esistere in quella strana esistenza che gli è propria.

Ma se scrivere un programma non banale, o anche banale a volte con alcune costrizioni, è difficile, allora progettare hardware che cos’è?

Mentre la parola software contiene la radice soft la parola hardware ci offre la radice hard.

Hardware è ciò che è solido, tangibile, pesante. E difficile.

L’hardware è difficile e senza l’hardware non c’è la possibilità di esistenza per il software. Senza una macchina su cui girare che cosa sono i programmi se non una fila di zero ed uno immagazzinati su un qualche supporto, inerti ed inermi?

Ma quanto è difficile l’hardware? E’ più difficile del software? O meno?

L’hardware non è malleabile come il software. Non si presta così tanto alla sperimentazione. E’ possible creare prototipi e perfezionarli ma non con la stessa velocità che si riesce a raggiungere con il software. A volte un prototipo è un prodotto finito che non funziona.

Quanto è difficile progettare hardware quando c’è un microcontrollore di mezzo? Quando c’è anche il software che entra in gioco?

In questo momento lo stò imparando sulla mia pella e posso dire che è molto difficile. Complice una basetta presensibilizzata di non eccelsa qualità (e dire che il fornitore era sempre stato affidabile) ho tra le mani un pezzo di hardware che non funziona come dovrebbe. Che dopo i primi iniziali test in cui pensavo di avere risolto i suoi problemi adesso non ne vuole sapere di funzionare a dovere. Forse saldature difettose, forse quel rame butterato, colpa di un fotoresist che sembrava avera una sua propria volontà maligna.

Domani, tra poche ore, dovrò riparare l’hardware e il piccolo, innocente software che dovrà girare sul micro incluso nell’hardware.

Non ho idea se riuscirò a farcela, ma ci proverò.

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