Anatomia di una lampada solare

Con l’arrivo della stagione estiva si iniziano a vedere piuttosto spesso nei negozi dedicati al bricolage o nei comuni supermercati o discount lampade solari simili a quella nella foto sovrastante.

Dato il loro costo esiguo (la lampada nella foto è un esemplare a basso costo: 1 euro) sono piuttosto interessanti per i componenti che si recuperano dal loro smontaggio.

Vediamo quindi come è fatta una di queste lampade solari all’interno.

Nella foto sovrastante a sinistra c’è la parte interessante della lampada solare che contiene le tre parti smontate presenti a destra: una batteria da 600mA Ni-MH 1.2V, un piccolo pannello solare e un circuito elettronico.

Quindi, per il costo di una lampada solare si ottengono un piccolo pannello solare (a chi non piacciono i symet?) e una batteria.

Il funzionamento di una lampada solare è elementare: durante il giorno il pannello solare ricarica la batteria. Quando non c’è il sole, il circuito provvede ad accendere il led e a mantenerlo acceso fino allo scendere al di sotto di un certo valore della tensione della batteria.

In tutte le lampade il circuito è estremamente semplice: un diodo per evitare che la batteria si scarichi sul pannello solare mentre il circuito per accendere il led solitamente è un ladro di Joule, un circuito adatto ad elevare la tensione fornita dalla batteria fino a quella necessaria per accendere il led.

Un convertitore del genere è necessario per avere la tensione necessaria ad accendere il led, tensione superiore a quella massima che la batteria Ni-MH è in grado di offrire.

Il ladro di Joule non è un circuito complicato da realizzare tuttavia quello che rende molto interessante questa lampade è che il circuito utilizzato da questa lampade non è il classico ladro di Joule realizzato a componenti discreti.

Si può infatti notare come il pcb sia scarsamente popolato: abbiamo il led, un interruttore, un integrato ed un induttore.

L’integrato è un 5252. E’ possibile ritrovare il suo datasheet (o quello di uno dei suoi equivalenti) in cinese ma esistono anche traduzioni in inglese.

E’ un componente nato specificatamente per le lampade da giardino. Al suo interno contiene il diodo necessario per ricaricare la batteria senza che questa si scarichi sul pannello solare quando questo non produce energia, un circuito per stabilire quando il pannello solare non stà più producendo energia (ed è quindi il momento giusto per accendere il led) e un completo convertitore DC-DC di tipo boost che ha bisogno dell’induttore come unico componente esterno per funzionare oltre, chiaramente, al led.

Questo integrato è decisamente versatile ed è stato una piacevole scoperta nello smontaggio delle lampade solari.

A.C.

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2 Responses to Anatomia di una lampada solare

  1. Un sistema semplice, ma tuttavia utile e pratico.

  2. Emilie Zacho says:

    Difatti, l’esperienza ci insegna che non tutte le persone reagiscono allo stesso modo all’esposizione solare. C’e chi acquista subito un colorito dorato e chi, nonostante gli sforzi, si procura solo scottature, bruciori e infiammazioni cutanee. Si definisce fotosensibilita “un’anormale risposta alla luce (in questo caso solare), che causa la comparsa o il peggioramento di alcune patologie dermatologiche”. Come accennato, grazie al fototipo e possibile determinare come la pelle di un individuo reagisce all’esposizione ai raggi UV, cosi come si puo prevedere che tipo di abbronzatura e possibile ottenere. Pertanto, alla luce di quanto finora detto, il fototipo puo essere definito come un metodo di classificazione utilizzato in ambito dermatologico al fine di determinare il tipo di pelle di una persona in funzione della sua sensibilita all’esposizione solare. Il fototipo di un individuo e determinato dalla quantita e dalla qualita della melanina presente nella pelle che le conferisce il suo caratteristico ed unico colore.

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